martedì 19 febbraio 2013

TENSIONE EVOLUTIVA

Sono una ballerina.
Mi piace definirmi ballerina anche se non lo sono .. "professionalmente parlando" ma ascolto la musica da 
sempre, la ballo.
Mi commuovo se sento qualcosa che scorre sotto pelle e piango, ah si, sono una gran piagnona.
Mi ritrovo se sento qualcosa che mi somiglia. Cerco e leggo se qualcosa mi incuriosisce.
Non sto ferma mai, con la testa intendo. La mia testa (qualcuno ha detto) è un'arma a doppio taglio.
Un tempo non mi dava tregua, passava avanti al cuore e correva correva, correva tanto da paralizzarlo (il cuore) e allora restavo rigida a pensare. Solo che, come tutti i marchingegni meccanici, a furia di girar rotelle la parte si scaldava (infatti soffro di emicrania da sempre e guardate che non è un caso - niente è mai un caso - come dice il maestro Oogway in Kung Fu Panda il caso non esiste) e mi incriccavo, mi fermavo. Perchè a furia di correre avanti si finisce nei vicoli ciechi: Quando sfrecci a capo basso mica hai tempo di vedere che direzione hai preso!?
Respiravo con la musica. Respiravo e piangevo e guardate che piangere ti costringe a fermarti. Ti incolla l'anima al pavimento perchè è lì che devi stare quando attraversi te stesso, con i piedi sul pavimento.
E le cose tornano semplici perchè qualcuno usa le parole per te. Le note che qualcun'altro ha scritto ti prendono per mano e ti dicono "tranquillo, non sei mica solo".
Ricordo di aver assistito al concerto di Ludovico Einaudi e di aver pensato che il mondo era salvo ah ah!!!
Ora corro poco, mi attorciglio poco. La verità è che spesso la mia testa è impegnata diversamente, che faccio per cena? Ma ho steso la lavatrice? Devo passare in farmacia ... Cose così. E anche se mi preferisco
casalinga piuttosto che col cervello in panne (perchè la vita vera è meglio del capo intasato, mutuo incluso si) a tratti mi mancano le mie "divagazioni". E insieme la musica che ascoltavo per sedarle.
Ci vuole pioggia vento e sangue nelle vene. E una ragione per vivere, per sollevare le palpebre, e non restare a compiangermi e innamorarmi ogni giorno - ogni ora di più (Jovanotti).

Oggi roba tranquilla vi prego, che sono stanca. Avevo pensato ad una bella Mantovana. Concreta  (non ci sono sorprese con la Mantovana..), sobria eppure dolcissima ...

 MANTOVANA

130 gr di zucchero
100 gr di uova intere che poi sarebbero 2 uova  (1 uovo è circa 50 gr - 20 gr tuorlo, 30 gr albume)
30 gr di tuorlo
100 gr di burro morbido
60 gr di farina
60 gr di fecola
1/4 di bacca di vaniglia

Montare bene le uova con lo zucchero insieme alla vaniglia, deve diventare bello spumoso.
A quel punto aggiungere delicatamente con una spatola la farina e la fecola setacciate e alla fine incorporare il burro.
Mettere in uno stampo imburrato del diametro di 20 cm. Cuocere per 30 minuti nel forno a 190°.

Ahhhh la semplicità!!

§ELENA§

mercoledì 13 febbraio 2013

GIRL POWER

C'è poco da fare, lo sanno tutti.
Maschi vs femmine? Macchè... non c'è gara.
Non lo dice anche Ligabue? Le donne lo sanno, c'è poco da fare, c'è solo da mettersi in pari col cuore .. lo sanno da sempre, lo sanno comunque per prime .. etc etc etc.
I maschi con un minimo di sale in zucca (aspetta aspetta, maschi-zucca ... vabbè) neanche ci si mettono perchè diciamocelo ... è la natura, è biologia, è matematica (2+2 non può far 5 giusto?).
Quello che negli uomini galleggia senza problemi con le donne va a fondo e noi sappiamo riconoscere il rumore quando lo tocca.
Siamo pratiche e sognatrici. Siamo concrete e fugaci. Siamo il sale della terra!! Potrei dire che siamo tutto perchè ... noi mettiamo al mondo i figli.. Eh davvero!!!
Li facciamo crescere (dentro la pancia, mica micio micio) e li partoriamo. E poi ancora li nutriamo e li facciamo crescere (fuori dalla pancia) ed è una faticaccia ma nessuna mai rinuncia. Si forse qualcuna che rinuncia fisicamente c'è ma con la testa .. 
Perchè ci hanno provato a confonderci e a tratti ci sono riusciti. Avete presente la stolen generation? I bambini aborigeni strappati alle loro famiglie e alla loro cultura per crescere come occidentali? E' capitato un pò lo stesso a noi donne visto che negli anni 70 nessuna donna (inclusa mia madre) allattava al seno e io ho "dovuto imparare a farlo".
A me sembra una follia, a voi no? Si, va bene sono particolarmente sensibile all'argomento perchè ho partorito a luglio ed ho ancora in circolo un bel pò di ormoni ma ... le vacche quando devono partorire non chiamano mica l'ostetrica!!!
Però son fiera dei miei ormoni, dei miei sbalzi di umore. Se penso che la luna fa salire e scendere le maree .. nel mio piccolo ...
Comunque posso dire che per ogni 10 donne in gamba un maschio a modo si trova. Io l'ho trovato (ragazza fortunata). Certo, di quando in quando il testosterone lo tradisce (vedi capitolo playstation etc) ma per il resto non mi posso lamentare.

Dunque, avevo promesso la tarte tatin e tarte tatin sia. Non vado matta per questo dolce (tutte quelle mele!!) però appena sformato si guarda parecchio volentieri e allora ... ecco la ricetta del mio amico a 3 stelle Michel Roux:

TARTE TATIN

200 gr di pasta sfoglia (si Michel la fa con la sfoglia)
5 mele medie, non troppo mature
il succo di 1/2 limone
120 gr di burro leggermente ammorbidito
160 gr di zucchero

Sbucciate le mele, togliete il torsolo e tagliatele  in quarti (metà e poi metà). Versateci sopra il succo di limone e mettetele da parte.
Imburrate il fondo di una tortiera di 24 cm di diametro e 6 cm di altezza con tutto il burro, deve venire un bello strato, cospargete con lo zuccheto e disponeteci le mele.
Stendete la pasta in un disco di circa 3 mm e bucherellatela con una forchetta. Arrotolatela sul mattarello e stendetela sulle mele. Mettete in frigo per almeno 20 minuti.
Scaldate il forno a 180°, mettete la tortiera sul fuoco per 10-15 minuti finchè il burro e lo zucchero si sono amalgamati e caramellati in modo uniforme (potete alzare la pasta con una forchetta per controllare).
Infornate per 25 minuti, finchè la pasta è cotta.
Sfornate e sformate subito, occhio al caramello che sarà incandescente. Mangiatela calda.

Tardi tardi si.

Notte.

§ELENA§

domenica 10 febbraio 2013

LA LETTERATURA E' LA MIA RELIGIONE

Ho cominciato a leggere romanzi nell'estate del 1983.
Avevo 13 anni e in spiaggia divoravo romanzi Harmony come pacchetti di patatine. Mia zia li comprava e me li regalava dopo averli letti così ho scoperto cosa avrei voluto fare da grande.
Ne facevo fuori 3 a settimana e non riuscendo a smettere sono passata dalla serie Romance (i classici) a la serie Bianca che narra le gesta amorose di dottori e infermiere, tutte rigorosamente consumate in corsia.
A quel punto ho fatto il passo successivo e sono passata alle serie Temptation e Passion, serie che provvedevano abbondantemente a colmare i miei dubbi in materia sessuale.
Anche se con la serie Grandi Romanzi Storici aumentavano intrighi e pagine alla fine dell'estate decisi che volevo di più e acquistai il mio primo libro.
Passai qualche ora in una libreria vicino casa e mi pregustai ogni momento mentre frugavo tra gli scaffali osservando ogni copertina e leggendo ogni trama di tutto quello che mi incuriosiva e fu così che mi imbattei in Lovecraft. Lessi le montagne della Follia in una sera per passare subito a La maschera di Innsmouth e pochi altri racconti ma era solo l'inizio della mia "fame letteraria".
Passai a Poe giusto per curiosità, per approfondire il genere ma dopo un pò decisi che tutto quel "buio" non faceva per me. Volevo conoscere l'animo umano certo ma dovevo percorrere altre vie e allora mi avvicinai a Wilbur Smith.
Il ciclo dei Courteney d'Africa mi ha appassionato per diverso tempo. Ho letto (quasi) tutti i libri della saga dei Ballantyne più altri romanzi come - Cacciatori di diamanti, L'ombra del sole, Come il mare, Un'aquila nel cielo e Sulla rotta degli squali.. Però mi mancava ancora qualcosa ed era il punto di vista di una donna.
I "classici" mi affascinavano ancora poco e allora cominciai con Anita Shreve.
"Il peso dell'acqua" fu il primo e poi li ho letti tutti (quasi tutti) ed ho capito finalmente quale era la strada da percorrere.
Catherine Dunne, Jodi Picoult fino ad arrivare a LEI. La regina assoluta del mio cuore, Alice Munro.
Da allora nessuna è mai riuscita ad insidiare il primo posto della mia personale classifica ma ho letto altro, leggo tanto. Pochi italiani e sicuramente pochi maschi. Mi fido di più delle donne quando affido la mia anima ad un libro. Ah Ah.
Comunque ... Per farla breve i libri sono quello che serve per sognare, per conoscere, per sentirsi vicini agli altri, questo è quello che penso si.

Pensavo all'Inghilterra tanto per cambiare, una gita a Bath un'estate .. e la mia scoperta meravigliosa del Fudge.Che forse non è Inglese ma americano e .. che importa:

VANILLA FUDGE

300 ml di latte
350 gr di zucchero
100 gr burro
1/4 di bacca di vaniglia

In una pentola mettere latte, zucchero e burro. 
Scaldare sul fuoco fino a far dissolvere lo zucchero e sciogliere il burro.
Lentamente portare ad ebollizione e lasciar bollire per 15/20 minuti. Girare tutto il tempo.
Quando il composto raggiunge i 115° (io ho comprato il termometro solo per fare il fudge) togliere dal fuoco, mettere i semini della bacca ed amalgamare.
Far raffreddare qualche minuto e girare con un cucchiaio fino a raggiungere una consistenza "gommosa-appiccicosa".
Versare il tutto in uno stampo precedentemente imburrato (preferibilmente quadrato) e lasciare freddare (non in frigo).
Il fudge si mangia tagliato a quadratini.

E' tutto per oggi (che poi è già domani visto che la mezzanotte è passata da un pezzo), notte!!

§ELENA§

venerdì 1 febbraio 2013

I LOVE CAKES

Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare ..
Ci sono stati anni in cui Spirit (avete presente il cavallo del cartone Disney) mi faceva un baffo.
Anni in cui prendevo la macchina e partivo per il mare alle 2 di notte. Prendevo l'aereo e partivo per Londra tutta sola. Anni in cui mi sentivo un leone e comprendevo tutto e tutti.
Quando andavo al mare girellavo per i locali di Forte dei Marmi chiacchierando con persone che non conoscevo, magari facevo un salto in discoteca "da sola" prima di andare a casa.
Quando partivo per Londra, andavo a Pisa in macchina, parcheggiavo la mia Yaris al parcheggio dell'aereoporto e volavo orgogliosa verso la mia città preferita.
Vagavo per il centro, pranzavo alla National Gallery e la sera andavo a vedere il Balletto alla Royal Opera House.
Ero super brillante e divertente, è stato un periodo fantastico. Dovuto, per la vita da clausura che avevo fatto negli anni precedenti (per motivi che non vi sto a spiegare).
Comunque in Inghilterra c'era questa serie tv che si chiamava Little Britain che mi faceva impazzire. In Italia hanno fatto vedere qualcosa su MTV anni fa, con una serie di personaggi assurdi interpretati da due comici inglesi (Matt Lucas e David Walliams).
Uno dei personaggi era Marjorie Dawes, una sorta di dietologa obesa che gestiva un club per obesi che vogliono dimagrire e che ripeteva continuamente con una vocetta stridula "i looove cakes".
Erano bravissimi e super irriverenti, mi facevano morire dal ridere, in Inghilterra è stato un successo strepitoso.
Come strepitoso è stato il tempo che mi sono concessa, la forza che ho guadagnato e meritato.
Passare del tempo da soli serve, affrontare (a volte costringersi ad affrontare) prove differenti serve.
Guardarsi intorno, osservare e conoscere la gente, il mondo, serve. E' quello che ho fatto prima di arrivare a vivere veramente (intensamente) il progetto più importante del mondo, la mia famiglia.
Ora che sto sveglia la notte ad allattare la mia piccolina mi capita di ripensare alle mie fughe solitarie e sorrido soddisfatta per la persona che sono.
Ripenso volentieri anche al pudding più buono del mondo che ho mangiato una volta, durante una gita estiva nel Kent.
O' non ti ho trovato la ricetta e l'ho rifatto pari pari. Buonissimo.

STICKY TOFFEE PUDDING

200 gr di datteri privati del nocciolo e fatti a pezzettini
250 ml di thè nero
85 gr di burro
175 gr di farina
175 gr di zucchero
2 uova

Per la salsa Toffee
100 gr di zucchero di canna muscovado
10 gr di burro
140 gr panna

Un una piccola pentola portare ad ebollizione i datteri con il thè. Cuocere per 20-25 min spengere quando i datteri si saranno ammorbiditi.
Nella planetaria sbattere il burro con lo zucchero fino ad avere un composto pallido e cremoso. A quel punto aggiungere le uova e poi la farina.
Unire i datteri cotti nel thè al composto e infornare per 35 minuti circa a 160°. Usare una teglia quadrata (20x20) perchè poi il pudding verrà servito in fette quadrate con la salsa sopra.
La salsa toffee viene preparata cuocendo zucchero, burro e panna sul fuoco, facendo bollire dolcemente fino a quando lo zucchero è completamente dissolto e tutto ha raggiunto un "delizioso" color caramello.

Fantastico!!!

saluti
§ELENA§