venerdì 22 marzo 2013

LE CINQUE LEGGENDE

C'è un cartone che mio figlio adora e che ultimamente guarda di continuo. Si tratta delle 5 leggende. 
Una storia bellissima realizzata in maniera strepitosa dalla Dreamworks che parla della paura.
Il bene contro il male, ovviamente. I buoni, buonissimi Babbo Natale, il Coniglio di Pasqua, la fata del Dentino, Sand Man (l'omino dei sogni che sparge una polverina dorata nell'aria per far fare bei sogni ai bambini - il mio preferito) e Jack Frost, il ragazzino della neve che non sa niente del suo passato e lotta per sapere chi è. Si parla anche di un misterioso "uomo della luna" che dall'alto sorveglia il mondo.
Dall'altra parte c'è l'uomo nero, la Paura, che cerca la fragilità in ciascun guardiano (le leggende sono i guardiani dei bambini) per indebolilrlo e sconfiggerlo.
Alla fine, quando i 5 grandi stanno per soccombere, un bambino meraviglioso affronta l'uomo nero e gli dice in faccia - io credo che tu esista ma non mi fai paura -.
Io di solito qui inizio a piangere mentre il mio bambino si esalta sferrando calci e pugni immaginari al cattivo sullo schermo e ripetendo in continuazione: io credo che tu esista ma non mi fai paura!
Raramente uso l'espressione wow ma mi ricordo di aver pensato proprio WOW la prima volta che l'ho visto.
A parte la straordinaria capacità di saper scrivere, disegnare e realizzare una storia tanto bella mi son detta: Ma guarda come si può con (forse apparente) semplicità affrontare argomenti così delicati ed importanti e saperli spiegare ai bambini oltre che ai tanti adulti "caproni" che accompagnano i bambini al cinema.
E allora la faccenda sta così, siamo tutti sulla stessa barca. Siamo tutti buoni e cattivi, fragili e forti. Siamo tutti un pò di tutto solo con percentuali diverse per ciascuno.
Io so, per esempio di avere una "dark side" molto forte. Non che mi trasformi in Mr Hide con la luna piena,  ma mi capita spesso di essere ingannata (in sogno - ormai avviene solo in sogno) dal mio inconscio.
Mi ritrovo a sognare cose che da sveglia so essere negative o "illusorie" per me ma che mi appaiono desiderabili dormendo. Non so se mi sono spiegata però so che dormendo torna fuori da quel buchino dove la mia vita reale l'ha ricacciato il pericolo dell'IDEALE. Il mio personale uomo nero che davvero esiste perchè ogni tanto si riaffaccia ma che non mi spaventa più da tempo.
Quando mi sveglio da certi sogni sorrido e sono felice per quello che ho ma riesco anche ad immaginare come si sentano i drogati o magari gli anoressici sapendo che qualcosa di nero e sottile si nasconderà sempre in certi anfratti nascosti delle tue viscere. (Un tantino forte come immagine forse).
Comunque il cartone è bellissimo, ve lo consiglio (sempre ammesso che qualcuno legga questo blog naturalmente) e adesso che la mia patatina piccina si è svegliata e richiede tutta la mia attenzione ci rimane solo il tempo per la ricetta. Attenzione però, questa è LA ricetta, la regina delle ricette, numero uno di semplicità e bontà. 
In parole povere mi sento finalmente pronta a dividere con il mondo una delle mie ricette preferite e più riuscite, la pasta FROLLA.
L'immagine giusta è ... Roma, Piazza San Pietro,  i fedeli che attendono la comparsa del Papa per l'Angelus. Ecco, con la stessa religiosa devozione ho atteso che uno dei migliori pasticceri d'Italia mi dettasse la sua ricetta per la frolla che è questa:

PASTA FROLLA
Per circa 1 kg di pasta

200 gr di zucchero a velo
300 gr di burro
80 gr di tuorlo (4 rossi)
3 gr di sale
500 gr di farina
la buccia di 1/2 limone e 1/2 arancio grattugiati
3 gr di lievito
1/3 di bacca di vaniglia

Impastare il burro ammorbidito con lo zucchero fino ad avere un composto "plastico". Aggiungere le uova, gli aromi tutti e il sale sciolto in poca acqua. Infine aggiungere la farina e il lievito.
Una volta ottenuto un composto consistente togliere dalla planetaria impastare un pò a mano su una superficie leggermente infarinata e poi lasciare l'impasto in frigo avvolto nella pellicola tutta la notte.
Perfetta per biscotti, crostate e altre basi.

Ecco, per oggi ci siamo direi. Se qualcuno legge quello che scrivo mi può postare un commento per favore?
Non vedo l'ora di leggerne uno, anche solo per provare la mia esistenza in rete.

Grazieeeeee!

§ELENA§

giovedì 21 marzo 2013

LICENZE POETICHE..

Sono stata rimproverata, si. 
Dal mio compagno, che mi ha detto che dopo l'ultimo mio scritto è uscita fuori la descrizione di una barbona o poco più. Un pò sciatta via, ma che ne saaaaaaaa.
No, invece ha ragione, bisogna tenersi (tienti nina tienti, mi diceva mia nonna). 
Essere ben curati, ben vestiti, in ordine. Avere cura di sè stessi. Io l'ho sempre intesa in un altro modo la cura del sè ma è giusto. E poi, detto fra noi ... Mi sono presa qualche licenza poetica perchè .. non mi sono mica fatta crescere una marmotta sugli stinchi. A dire il vero, allattando ho tanti di quegli ormoni in circolo che la peluria cresce poco ed è (sorpresa sorpresa) chiara e sottile. Meno male, almeno quello. 
Ma il tempo è davvero poco con due marmocchini agitati in casa più .. il resto ... quindi, come si può fare? Non lo so, mi sono sempre truccata poco, andata poco da estetista e parrucchiere e ottimizzare il tempo non è proprio il mio forte.
Se proprio devo dirla tutta ho una sana invidia per quelle donne meravigliose e profumate che girano per  strada con la bigiotteria in tono col tailleur. Con la scarpa trendy e il cappotto fashion. Con quei geni che riescono ad abbinare il foulard alla cintura, con chi ha l'occhio per vedere che il verde pisello non si intona al rosa chicco o meglio ancora ... li sa abbinare!!!! Fenomeni!!!
Ma io son bella dentro. A volte un pò nervosetta è vero, ma proprio una meraviglia dentro. Perchè mi basta poco. Vivo di poesia, di raggi di sole. Vivo di musica, di tramonti e piango, piango tanto.
Principalmente piango per l'esaurimento fisico che ho in corso (da 1 a 10 stanca 300!!) e quindi per la stanchezza cronica ma piango anche perchè mi fa bene.
Ora succede meno credo ma prima la gente si vergognava di piangere. Io invece trovo che esprimere la tristezza sia profondamente umano e gli esseri umani sono fonte di fascino inspiegabile per me da sempre (quasi tutti diciamo, qualcuno lo metterei sotto con la macchina ma i più ...).
Sono affascinata dalle storie, dalle vite che conducono a esistenze più o meno facili, più o meno intricate. E quando la gioia mi pervade (principalmente quando sono con i miei piccini) so da dove viene, so "come fare".
Quando qualcosa mi tocca e mi fa piangere (anche di gioia eh ...), sono grata. Sono viva. 
Quindi ... il mio compagno mi perdonerà se non ho tempo per piastrarmi i capelli (meraviglia d'uomo, sono tanto fortunata ad averlo con me) ma PROMETTO!!! che appena finito l'inverno (infinito maledetto inverno) e l'esaurimento fisico tornerò la donna affascinante che ha conosciuto (ah ah). GIURO!!!

Eccoci qua, oggi una bella Carrot cake all'americana (eccaaaalllaaaa). Fatta un paio di volte quest'inverno e sempre fantastica:

CARROT CAKE

350 gr di farina
150 gr di noci spezzettate (io lo preferisco senza ma dice ci vanno ... dice ..)
400 gr di carote grattugiate
1 cucchiaino di lievito
2 cucchiaini di cannella in polvere (anche questa a tutti non piace, a me si!!)
1 cucchiaino di zenzero in polvere
1 cucchiaino di noce moscata
180 gr di burro ammorbidito
300 gr di zucchero
4 uova
50 gr di uvetta
un pizzico di sale

PER LA GLASSA

250 gr di mascarpone
50 gr di burro (ve l'ho detto che è americana eh!?)
350 gr di zucchero a velo
2 cucchiaini di succo di limone

Allora, forno a 180 e tortiera rotonda di 24 cm di diametro (viene bella grossa si).
In una ciotola mescolare farina, lievito e tutte le spezie + il sale.
Montare a crema il burro con lo zucchero poi, quando è bello gonfio unire le uova amalgamando uno alla volta.
Aggiungere il composto a base di farina e una volta amalgamato il tutto aggiungere le carote, l'uvetta e le noci.
Mettere l'impasto nella tortiera precedentemente imburrata e cuocere per 50/60 min. Controllate ogni tanto con lo stecchino al centro della torta perchè ci mette un pò a cuocere.
Per la glassa che andrà spalmata sulla torta una volta sformata e raffreddata completamente basta montare il mascarpone con il burro e poi lentamente aggiungere lo zucchero a velo e il succo di limone.

Bene, grazie a chi mi segue (cioè grazie Michela) settimanalmente. Vabbè ... ciao.

§ELENA§

martedì 19 marzo 2013

PRINTEMPS PRINTEMPS...


Di solito si scrive di quello che si conosce, è più facile almeno, se non fai Rowling di cognome o ti sei documentata a dovere su maghi e folletti. E allora si scrive di quello che si sa, quello che si vive, i più bravi di quello che si prova. Comunque un tempo ho scritto da single, di single.
Infiniti (e inutili aggiungerei) anni di fidanzamento e poi mi sono ritrovata (un secolo fa ormai) buttata nella mischia. Dopo un iniziale, fisiologico smarrimento sono entrata in un mondo fatto di aperitivi, eventi e giovedì sera mondani. Ora che sono accasata e mamma di due meravigliosi bambini sono perennemente stanca ma niente a che vedere con la fatica paurosa dell'essere sempre "sulla cresta dell'onda".
Prima di tutto niente più ceretta brasiliana ahhh, avete presente come sono sgambati certi bikini? Poi niente più uscite invernali. Pioggia, vento e l'amica di turno che ti aspetta sotto casa per la palestra, il corso di fotografia o la mostra vintage a Firenze (che poi io odio con tutto il cuore IL VINTAGE!!!!).
O uscire una sera a cena con un tizio che incontravi in giro per locali anche 10 anni prima e se in tutto questo tempo nessuno se l'è preso un motivo ci sarà?!
E poi bisogna sempre esser "figa" o almeno presentabile il che significa shampoo + piastra tutti i giorni, tacco 12 4 giorni su 7 e sindrome premestruale breve. No via, una faticaccia.
Vuoi mettere il relax di stare con una persona che ti ha vista nuda sia prima che dopo il parto. La soddisfazione di poter far crescere una marmotta sugli stinchi per liberarsene a primavera con un colpo di rasoio. Il godimento di poter passare sul divano con tuta e ciabatte il giovedì sera quando fuori imperversa una tormenta di neve.
Certo sei stanchina perchè il tuo primogenito ha voluto mangiare le minestra a brodo sul divano e le tempestine sono sparse sui cuscini umidi e tu hai dovuto pulire e asciugare col phon.
Stanchina perchè la piccina ha fatto la cacca e appena hai finito di cambiarla dalla testa ai piedi ha ributtato la minestrina della cena sul pigiamino candido e hai dovuto rifare tutto da capo. Ma quando le creature dormono sei la regina della casa... Eh si, puoi fare tutto!!! Tipo dormire........ ah ah ah
Ma io aspetto la primavera eh ...

Che bello, comunque la ricetta di oggi è semplice e buonissima. Gli shortbread. Burro burro burro siiiiii.
Ecco qua la ricetta della mia amica (ah ah) Trish Deseine, mangiati per la prima volta in Scozia nel lontano 1994 e ancora super apprezzati.

SHORTBREAD
Per 6/8 persone

250 gr di burro freddo di frigo
85 gr di zucchero
330 gr di farina

Scaldate il forno a 150°. Lavorate tutti gli ingredienti con le mani per ottenere un composto ruvido.
Impastate per 1 minuto su una superficie fredda e leggermente infarinata.
Mettere la pasta nello stampo premendo (stampo tondo di 20 cm di diametro) e cuocere per 50/60 minuti.
Togliete dal forno e tagliate a triangoli, Spolverizzare con dello zucchero semolato e lasciare raffreddare.

Fantastici!!

baci baci
§ELENA§